MANDURIA – Era comandato dal manduriano Daniele D'Amico uno dei due rimorchiatori che hanno guidato la portaerei Cavour nel canale navigabile
  • martedì 04 febbraio 2025

MANDURIA – Era comandato dal manduriano Daniele D'Amico uno dei due rimorchiatori che hanno guidato la portaerei Cavour nel canale navigabile

10/12/2018 14:44:52 - Manduria - Attualità

Una manovra delicatissima, riuscita grazia all’abilità dei comandanti e dell’equipaggio dei rimorchiatori Dritto e Cheradi

Essenziale per lo svolgimento delle attività di manovra è il lavoro dei rimorchiatori che tra gli altri sono stati essenziali protagonisti affinché la Portaerei Cavour, ammiraglia della M.M., transitasse il Canale Navigabile di Taranto (tra Mar Grande e Mar Piccolo). A garantire la sicurezza della manovra chirurgica e millimetrica, sono stati impiegati due Rimorchiatori della Società Rimorchiatori Napoletani SPA, che vanta oltre 100 anni di storia (operante nel porto di Taranto/Bari/Napoli/Gaeta), il Rimorchiatore Dritto e il Rimorchiatore Cheradi, mezzi gemelli di ultima generazione impiegati oltre che per le manovre portuali anche per il salvataggio e antincendio.

Caratterizzati da grande potenza (5.550 BHP (4.080 kW)), permettono in mani sapienti di effettuare delicate manovre tipo quella in questione. Al comando dei due mezzi vi erano rispettivamente il C.te Maresca Antonino (della penisola sorrentina) e il C.te D’Amico Daniele (oritano, d’adozione manduriana) entrambi Capitani di Lungo Corso con lunga carriera pluridecennale alle spalle.

«La Portaerei Cavour, un gigante lungo 244 m e con una larghezza massima di 51 m, ha dovuto transitare attraverso il canale navigabile che in corrispondenza del ponte girevole, ha una dimensione di 58 m e quindi lasciando uno spazio totale di circa 3,5 m per lato» le parole del Comandante Daniele D’Amico. «Il canale è inoltre soggetto a correnti sono assai irregolari, sia come intensità che come direzione che dipendono dall’intensità e durata dei venti e dai movimenti di marea.

Specialmente alle due estremità, esse hanno talvolta una direzione obliqua rispetto all’asse del canale. Se si considera anche la variabile del vento, si può intuire la maestria e la professionalità richiesta per far transitare una nave delle dimensioni di un isolato in uno spazio così angusto e con uno spazio d’errore pressoché pari a zero. Il transito, inizialmente previsto per le 9:30, è stato posticipato di qualche ora in attesa di migliori condimenteo in quanto un vento maggiore avrebbe potuto compromettere tutta la manovra.

Sui lati del canale erano stati posizionati strutture galleggianti a garanzia della sicurezza in caso di imprevisto (che ne limitavano la sezione utile) che non sono stati necessari in quanto la non facile manovra è stata perfetta e senza alcun errore.

La manovra, che ha scritto una pagina di storia della M.M. tarantina, è stata preceduta da simulazioni fatte in Mar Grande nelle settimane precedenti che hanno coinvolto, oltre al personale militare, anche i C.ti dei Rimorchiatori e dei piloti del porto, che in un lavoro di squadra hanno consentito la spettacolare manovra mai tentata prima (la Cavour è la più grande nave della M.M.).

Il transito è stato necessario affinché sull’ammiraglia vengano compiuti interventi tecnico-funzionali finalizzati all’imbarco dei nuovi caccia di ultima generazione F35».

 

 





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