- sabato 08 febbraio 2025
Gli appuntamenti previsti nella prossima settimana
Martedì 4 febbraio: arch. Caterina Arnò, “La raccolta di Scipione Borghese – Parte Iª”
L’architetto Arnò, dopo avere illustrato brevemente la storia di villa Borghese e della villa dove è custodita la raccolta di Scipione Borghese composta preminentemente da pitture sculture di vari autori che vanno dal XVII° al XIX° secolo, ha guidato, i presenti, per le stanze e corridoi virtuali ed ha esposto le principali opere presenti. In particolare dei seguenti pittori: Albani: le4 stagioni dove viene messa in risalto la differenza cromatica fra le stesse; Guerino: Figliol prodigo, dove viene esaltata la figura del figlio, gioioso, per essere stato accolto benevolmente dal padre; Caravaggio, la cui caratteristica pittorica è caratterizzata dal sfondo scuro e penombra:S. Girolamo; la Madonna dei palafrenieri o del serpente, S. Giovanni Battista, Bacco, dove scompaiono i colori vivi compare un velo di tristezza;giovane con canestra di frutta che sembra vera ed uscire dalla cesta; Davide e Golia con David in posizione più illuminato ed in mano la la testa di Golia, che si presume sia un altro autoritratto, realizzato quando il Caravaggio era già ammalato; Veronese: la predica di Sant'Antonio ai pesci; Rubens: testa di Apostolo ( S. Pietro?); Correggio e Leonardo da Vinci: Leda; Ghirlandaio: Tiziano: Amor sacro e profano; Barocci: testa di vecchio; Reni: Mosè che infrange le tavole della legge e danza campestre; Tiziano:Cristo flagellato; Vasari: presepio; Del Sarto: Madonna con bambino e S. Giovannino; Raffaello: Sacra Famiglia e deposizione dove si intravedono tinte tenui, quasi pallide per rappresentare la morte; Rubens: l'adorazione dei magi; Carracci e Cristofano: S. Francesco d'Assisi; -Del Piombo: Cristo portacroce.
Ha chiuso l’intervento avvisando i presenti che la prossima volta ci sarà un viaggio attraverso le sculture.
Mercoledì 5 febbraio: dott.ssa Gabriella Andrisano, “Il problema difficile dalla Coscienza”
Le impostazioni per affrontare lo studio scientifico della Coscienza sono due: l'impostazione dominante di tipo Monista-Realista e l'impostazione Dualista. La visione Monista-Realista sostiene che la Coscienza sia una "proprietà emergente" della materia; ad oggi nessuna teoria ha potuto dimostrare 1) da quale regione cerebrale emerga la coscienza; 2) quali siano i correlati neurali minimi che farebbero "emergere" la coscienza; 3) quali proprietà particolari abbiano le regioni cerebrali risultate determinanti per la manifestazione della coscienza. La visione Dualista, sostenitrice dell’ “hard problem", si occupa soprattutto di comprendere e spiegare "come e perché" abbiamo "esperienze soggettive". La classificazione degli Stati Alterati di Coscienza, pubblicata nel 2005, dimostra tutta la sua limitatezza in assenza di una definizione di "stato di coscienza normale"; definizione che, rimanendo legata a necessità biologiche e culturali, varia in base al contesto culturale o ambientale nelle varie parti del mondo. La visione Monista-Realista può correre il rischio di giudicare patologico tutto ciò che appare "illusorio" o "fuori dalla normalità". Le due posizioni non sono incompatibili, sicuramente c'è una visione con cui si potrà integrare tutto, basterà non assumere dogmi o assiomi.
Giovedì 6 febbraio: ing. Ettore Tarentini “L’infosfera, l’oceano digitale in cui navighiamo”
Il relatore ha dedicato un piccolo spazio alla vicenda della diffusione dell’app di IA DeppSeek, commentando l’impatto sulle borse e le reazioni dei principali competitori. Ha concluso sottolineando i gravi problemi di “censura” di base e di scarsa protezione dei profili utenti su questa nuova app cinese.
Il relatore ha proseguito l’approfondimento sull’infosfera, lo spazio creato dal dilagare delle ICT. Riprendendo il concetto della tecnologia come “essere tra”, ha introdotto l’immagine concettuale del dio Giano, bifronte; sovraintende ai due “capi” della tecnologia, tramite interfacce e protocolli. Ne assume il controllo, assolutamente non trasparente, nel caso delle tecnologie del terzo ordine; l’utente è estromesso dal controllo e le tecnologie operano in un sottofondo di azioni condotte in assoluta autonomia. Ciò finché qualcosa si rompe, non funzione: si ricorre allora agli specialisti, ai “sacerdoti di Giano”. Padroni incontrastati del controllo, accumulano nelle loro mani un potere dirompente. Ha quindi fatto alcuni esempi dei moderni sacerdoti di Giano, citando ElonMusk, SatyaNadella e Mark Zuckerberg. Ha ancora sottolineato come si stia andando verso la tipizzazione e la deindividualizzazione dell’essere umano, consegnato ai proxy, mediatori digitali delle scelte.
Il relatore è passato quindi a considerare le profonde modificazioni indotte dalla ICT sull’identità, introducendo il neologismo “onlife”. Ha introdotto le “tecnologie del sé”, quali agenti gestori delle modificazioni del sé e quindi dell’identità. Ha specificato le interazioni esistenti tra l’identità personale, la coscienza di sé e lo straripante sé sociale; tipico dell’infosfera, controllato dalle ICT, modella individui con preoccupante continuità.
Venerdì 7 febbraio: prof. Giovanni Sammarco “Ebraismo e antisemitismo tra storia e poesia: nascita del popolo ebraico
Eco in poesia e in musica della cattività babilonese del popolo ebraico è un canto funebre in lingua yiddish tradotto in italiano e musicato da Moni Ovadia . Il suo titolo è "Signore della misericordia". L'atmosfera è malinconica e solenne ed invita ad un pensiero trascendente. La misericordia è un sentimento necessario sempre, ma soprattutto oggi in un mondo dilaniato dalle guerre. Purtroppo è un sentimento ignorato nonostante sia presente nelle tre maggiori religioni monoteiste, cristianesimo, islam ed ebraismo. Il canto è una invocazione ad una giustizia universale. I toni sono solenni e lamentosi tipici delle sinagoghe dove i canti sono guidati da un maestro che guida il gruppo detto Hazzan. La spinta alla i prospezione in esso contenuta e il ritmo lento portano fuori dal tempo. Emerge forte una invocazione a Dio affinché accolga nel suo regno tutti i fratelli defunti nei campi di concentramento che, pur avendo un animo limpido e puro sono caduti vittime di assassini spietati. Il loro sangue è stato versato ad Auschwitz, Maidanek e Treblinka e a loro è stato dedicato da Moni Ovadia questo invito alla misericordia. La violenza subita ha santificato il loro nome. È un canto pieno di spiritualità profonda mista ad una solida tradizione ebraica. Invita l'uomo ad una riflessione sul concetto di misericordia che ha un valore universale in ogni cultura, in ogni religione e in ogni tempo. Ha un andamento liturgico che riflette l'atmosfera dei Salmi. Ovadia con la sua musica ha dato potenza alle parole in un fitto dialogo tra voce, melodia e silenzi. La musica spazia dal Klezmer al canto liturgico con contaminazioni anche di jazz americano. Il famoso coro dell'atto terzo del Nabucco di Verdi è un inno di estremo dolore e di svolge in terra di Babilonia. Il testo è di Temistocle Solera e su di esso Verdi costruisce un messaggio di speranza perché Dio premia il coraggio dei popoli oppressi che hanno voce in questo canto di Ebrei incatenati e condotti al lavoro sulle rive del fiume Eufrate.Esso sprigiona nostalgia e desiderio di libertà, simbolo di resistenza e di unità tra gli oppressi. Paesaggi dolci e atmosfera serena occupano la prima quartina con grande voglia di tornare in patria affidando il compito al “pensiero”, la musica amplifica il potere evocativo delle parole. Il canto è omofonico, cioè tutte le voci cantano insieme le stesse parole che si fondono bene con la musica. i contrasti tra pianissimo indice di rassegnazione e crescendo indice di speranza caratterizzano tutto il coro. Fu rappresentato per la prima volta nel 1842 a Milano, fu un trionfo e diventò in poco tempo l'inno non ufficiale del Risorgimento italiano.
Settimana dall’10 al 14 febbraio
Lunedì 10: prof. Giovanni Sammarco, “Laboratorio: lettura ritmica e cadenzata”;
Martedì 11: prof. L. Marseglia, “L’aura dell’antico nel racconto del Grand Tour di viaggiatori olandesi a Manduria (1778);
Mercoledì 12: ing. Ettore Tarentini “L’infosfera, l’oceano digitale in cui navighiamo”;
Giovedì 13: dr. Andrea Dimitri “Depressione il male di vivere”
Venerdì 14: avv. Lucio Cavallone, “La tutela delle persone fragili” con il contributo della dr.ssa Cristina Chirico