- martedì 11 febbraio 2025
Un brivido improvviso le attraversò la schiena e subitanee palpitazioni resero affannoso il suo respiro
Una pioggia scrosciante bagnava i caseggiati e le strade urbane, alcune sterrate, altre in basolato lavico. Pozzanghere fangose inondavano le vie del centro. Tre ponti di legno mobili, con ruote a ringhiera, consentivano l'attraversamento dei pedoni nei punti impraticabili del corso principale cittadino. La concavità del lastricato e un dolce declivio agevolavano il deflusso dell'acqua torrenziale proveniente dalla via della "Porticella", così denominata perché in passato vi si trovava la porta di accesso meridionale di Casalnuovo, antico nome di Manduria.
Adele, come ogni mattina, si stava recando in fabbrica. Mentre percorreva corso XX Settembre, incrociò alcuni studenti al loro primo giorno di scuola, diretti verso l'ingresso del ginnasio di vico Cupone.
Poco distante, un giovanotto di media statura, ben vestito e di evidente rango, stringeva dei libri con una mano e impugnava un ombrello scuro con l'altra. La ragazza non aveva mai visto quel giovane serio ed elegante, nonostante nella cittadina molti si conoscessero.
Un brivido improvviso le attraversò la schiena, e subitanee palpitazioni resero affannoso il suo respiro. Adele non seppe spiegarsi la causa di quel sintomo, che mai nella sua vita aveva avvertito… ma col tempo trovò la risposta.
Il seme dell'amore era germogliato e, d'improvviso, anche dentro di lei era esplosa la primavera. Sentiva il cinguettio dell'anima e la tempesta ormonale sconvolgere il suo gracile corpo. Trepidava ed era insofferente; lo stato d’ansia le provocava un subbuglio nello stomaco e un battito cardiaco fuori controllo.
«A ci mpartieni cuddu gioini?». «A chi appartiene quel giovanotto?» chiese Adele alle colleghe della fabbrica e alle fidate amiche.
La task force delle pulzelle, sguinzagliata come un branco di segugi, disponendo solo di pochi elementi descrittivi e dei tratti somatici del soggetto interessato, non tardò a ricostruire la sua identità. Ma non solo: riuscì anche a ottenere preziosi dettagli su quel misterioso studente.
Aveva sedici anni, compiuti il 19 ottobre del 1935, frequentava la terza A e apparteneva a una nota e nobile famiglia cittadina. Segni particolari: carino.
Adele, caparbia e intraprendente, studiò un minuzioso piano per "incastrare" Gregorio. Lo aveva rivisto quotidianamente: il ragazzo, imbrigliato nella sua solita aria seriosa, avanzava con un incedere sicuro e deciso.
Era trascorsa una settimana dal loro primo incontro. Lui non le aveva mai rivolto uno sguardo, forse perché sempre assorto nei suoi pensieri, forse perché non degnava di attenzione le ragazze di basso rango, come Adele. Ma ciò non impedì alla giovane, qualche giorno dopo, di passare all'azione.
Quella mattina, la luna si interpose tra la Terra e il Sole, allineandosi perfettamente al pianeta e alla stella. L'aria frizzantina si insinuava nei vicoli e negli spiazzi urbani; lieve, lambiva le scarse piante e i pochi alberi piantumati a decoro della cittadina.
Per strada, bambini schiamazzanti giocavano allegri rincorrendosi o tirando calci a un pallone, mentre il sole scaldava loro la fronte. Un brulicare di gente, il transito di carretti e velocipedi, e il solitamente scarso passaggio di automobili - sfoggiate dai ricchi proprietari - quel giorno affollavano le vie del centro.
Era martedì, giorno di mercato settimanale, il più variegato e fornito della Puglia, che richiamava a Manduria numerosi acquirenti dai comuni vicini, attirati soprattutto dai generi alimentari e da un'ampia varietà di merci.
Tra le bancarelle, le donne chiacchieravano mentre acquistavano stoffe e altri prodotti. Le madri che allattavano sedevano sui muretti o su sedili di fortuna, cullando i loro piccoli al seno.
Adele, pervasa da un'eccitazione febbrile, ritoccava gli ultimi dettagli del suo piano... Era giunto il momento di inscenare l’incidente.
Lo avvistò in lontananza: Gregorio. Anche se distante, lei poteva raggiungerlo.
Adele, con passo deciso, si avvicinò alle spalle della sua preda. Il cuore le batteva come un tamburo. Trattenne il respiro per un attimo e, con una vigorosa strattonata, sbilanciò leggermente il giovanotto che, per nulla infastidito da quel gesto, accettò di buon grado le sue scuse, sfoggiandole un sorriso intrigante.
Lei andò in brodo di giuggiole.
In quell'istante, la luna si disallineò dal suo pianeta più vicino. Il sole, ormai scoperto e totalmente visibile, rifulgeva di calore sulla Terra.
Walter Pasanisi